Conviene cercare di avere un buon rapporto con la banalità – dice Bartezzaghi (lui! quello delle parole crociate… E molto altro, ovviamente) ‒ nostra personale e altrui. Come accade con le persone. E per farlo occorre guardarla in faccia, conoscerla, rivolgersi a lei con schiettezza. Facciamoci amica la banalità. Quantomeno ci distingueremo dal gregge che intende scansarla.
Cosa significa “banalità”
Il Ban è il villaggio, il feudo e il “bando” è ciò che viene annunciato a tutto il villaggio: e quindi il “banale” è ciò che nel villaggio tutti conoscono. La parola “banalità” si è iniziata ad usare innanzitutto in lingua francese, nell’ambiente giornalistico. E proprio il giornalismo delinea con evidenza il percorso di produzione della banalità: esiste una fonte, e da questa nasce un elemento “originale”, ovvero qualcosa che nessuno ancora conosce […] Il giornale del giorno prima non è interessante poiché contiene notizie che, nel frattempo, tutti hanno saputo e che, quindi, sono diventate di dominio del villaggio, “banali”.
La banalità nei Social Media
Non è che la banalità contemporanea sia tutta nei social network, sostiene, il libro, già nell’introduzione, né che tutto ciò che è nei social network sia banale: certo è che essi costituiscono un buon campo per la sua osservazione.
Nella comunicazione aziendale è fondamentale essere originali, distinguersi dalla massa, non dire o di non scrivere cose banali, ovvie, scontate, risapute o di dominio pubblico, eppure…
L’effetto Dunning-Kruger
Ma anche quando pensiamo di essere creativi e innovativi, quando pensiamo con il nostro contributo di aggiungere frammenti di assoluta novità, dobbiamo rimanere vigile e attenti.
Quando esprimiamo giudizi su argomenti che non conosciamo, sui quali non abbiamo alcuna competenza, potremmo essere severamente puntiti dall’effetto Dunning-Kruger:
È quello che spiega come le competenze, che servono per giudicare a proposito di una materia, siano le medesime necessarie per conoscerla: di conseguenza, meno so (di meccanica quantistica, opera lirica, linguistica dell’italiano, cucina vegetariana) meno sono consapevole di non essere titolato a giudicare in merito.
La banalità è sintomo di non comunicazione e l’uomo si nasconde dietro i suoi cliché, perché in realtà accade che si preferisca nascondersi, utilizzare delle scorciatoie, percorrere dei sentieri già battuti piuttosto che aprire nuove strade; ed è in quel preciso momento che si diviene banali, noiosi, perdendo quella unicità che ci appartiene e che abbiamo in fin dei conti coltivato per barattarla con qualcosa di comune e poco interessante. Rifugiarsi nel già detto e conosciuto, nell’opinione scontata e spesso incompetente, significa in realtà perdersi e perdere qualcosa di importante.
Eugene Ionesco, scrittore e saggista.
I testi del web e l’attenzione dell’utente
Sul web l’attenzione è ridotta la minimo.
Ecco alcuni consigli utili per farsi leggere online
Il web copywriting riguarda tutti i contenuti online: dai testi di un sito web agli articoli sui blog aziendali all’advertising sui social; sempre con un occhio attento alla SEO, l’ottimizzazione per i motori di ricerca.
1. Non scrivere contenuti troppo lunghi
Spesso interpretata erroneamente. In tanti siti si vedono troppe pagine di 3 o 4 righe.
Per quanto riguardai contenuti di un sito web o gli articoli per il Blog considera che Google, allo stesso tempo, ama i contenuti non troppo brevi: pagine 600-800 parole circa sono il giusto compromesso.
2. Attenzione al Tone of Voice
Il Tone of Voice che usi per scrivere i tuoi contenuti serve ad avvicinarti, a ridurre le distanze, dal tuo target di riferimento, i tuoi lettori.
Per scoprire quale tono di voce usare devi imparare ad “ascoltare la Rete”.
Chi sono i tuoi lettori? Quali sono i loro interessi? Di cosa parlano online e dove?
3. Scrivi in modo empatico
L’empatia è un modo di rapportarsi che crea fiducia valorizzando l’altro e capendo i suoi bisogni.
Non è per nulla scontato riuscire a mettersi nei panni degli altri, abituati come siamo a vedere le cose solo dal nostro punto di vista.
Se riesci a comunicare con empatia e a mostrare il tuo lato umano, il tuo lettore non potrà che apprezzarti.
4. Scrivi contenuti realmente utili al lettore
Il principio è il seguente: il mio target ha un bisogno? Il mio lettore ha un problema?
Devo cercare di soddisfarlo nel migliore dei modi. Se il mio lettore sta cercando informazioni su un determinato prodotto, io devo essere in grado di fornirgli contenuti utili e completi che rispondano ai suoi dubbi.
5. Cerca la keyword su Google Trends
Ogni contenuto va costruito tenendo presente la keyword di riferimento che va inserita nell’articolo, nella didascalia di eventuali fotografie e ripresa più volte nel testo.
Cerca la parola chiave e confrontala con altre simili su Google Trends (oppure puoi usare Answer ThePublic e Ubbersuggest) e fai attenzione anche al singolare e al plurale.
Un suggerimento: concentrarsi sulle keyword secondarie (tralasciate dai concorrenti) è una buona strategia, in quanto consente di godere di un posizionamento più facile e di una buona visibilità.
6. Comunica subito il fulcro dell’argomento (Piramide rovesciata)
La piramide rovesciata è una tecnica di scrittura comune, per il web, che consiste nel comunicare subito i fatti salienti, il fulcro dell’argomento, per poi passare ai dettagli e, infine, agli approfondimenti.
È uno stile di scrittura che deriva dalle tecniche di giornalismo e dalla necessità di comunicare subito dati e informazioni rispondendo alle 5 W (Who? What? When? Where? Why?): chi, cosa, quando, dove e perché.
È la giusta risposta a quella domanda di rapidità di lettura che caratterizza l’utente online.
Si attira subito l’attenzione del lettore con il contenuto più significativo, ciò che voglio venga veramente letto da chi mi segue e che è in grado di catturare subito l’attenzione.
Le frasi e le banalità da evitare
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