Nel 2017 è entrata in vigore la Legge Gelli-Bianco (n. 24/2017), una delle riforme più significative per la sanità italiana degli ultimi anni. Pensata per garantire maggiore sicurezza nelle cure e ridefinire la responsabilità sanitaria, questa legge ha avuto (e continua ad avere) un impatto profondo anche sulla comunicazione digitale.
Ma cosa c’entra una norma sulla sicurezza clinica con un sito web? Molto più di quanto si possa pensare.
Cosa prevede la Legge Gelli-Bianco
La legge prende il nome dai parlamentari Federico Gelli e Bianca Laura Granato ed è nata con l’obiettivo di:
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Rafforzare la sicurezza delle cure come parte integrante del diritto alla salute (art. 1);
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Stabilire con maggiore chiarezza la responsabilità civile e penale di medici e strutture;
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Introdurre un sistema strutturato per la gestione del rischio clinico e la prevenzione degli errori;
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Promuovere una maggiore trasparenza e tracciabilità nei rapporti tra professionisti sanitari, strutture e cittadini.
Una delle novità più rilevanti è l’introduzione dell’obbligo per le strutture sanitarie (sia pubbliche che private accreditate) di dotarsi di un responsabile del rischio clinico e di adottare misure organizzative per la prevenzione e gestione degli eventi avversi.
A che punto siamo con i decreti attuativi
Nonostante siano passati diversi anni, non tutti i decreti attuativi previsti dalla Legge Gelli-Bianco sono stati adottati. Restano ancora da definire alcuni aspetti operativi:
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I criteri per l’organizzazione delle unità di gestione del rischio;
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Le modalità di monitoraggio e rendicontazione degli eventi avversi;
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Le linee guida per la formazione continua del personale;
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Le indicazioni per l’informazione e la comunicazione verso il cittadino-paziente.
Proprio quest’ultimo punto apre la porta a una riflessione importante: come devono comunicare le strutture sanitarie oggi, alla luce di questa legge?
Un nuovo approccio alla comunicazione digitale in sanità
Sebbene la Legge Gelli-Bianco non citi esplicitamente il sito web o il marketing digitale, impone un cambiamento culturale profondo: comunicare in modo chiaro, accessibile e aggiornato è parte integrante della gestione del rischio e della tutela del cittadino.
Vediamo come questa esigenza si traduce in termini pratici.
Chiarezza e trasparenza
I contenuti online devono:
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Descrivere in modo semplice i servizi erogati;
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Presentare con chiarezza le figure professionali coinvolte;
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Illustrare i percorsi di cura e le modalità di accesso;
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Prevedere sezioni informative su diritti, doveri e responsabilità reciproche.
Aggiornamento costante
Un’informazione obsoleta può generare malintesi, ritardi o disservizi, con ricadute anche legali. Il sito deve essere vivo, con contenuti aggiornati regolarmente.
Comunicazione bidirezionale
Vanno facilitati i contatti diretti con la struttura (email, moduli, chatbot), ma anche i percorsi per invio di segnalazioni, reclami e richieste di accesso agli atti.
Tracciabilità dei contenuti
Il sito è un canale ufficiale: ogni contenuto deve essere verificabile, coerente con le informazioni fornite internamente e possibilmente firmato da un responsabile (es. medico referente, ufficio qualità).
Accessibilità digitale: un obbligo che rafforza il messaggio
Le nuove Linee Guida AgID in materia di accessibilità (aggiornate nel 2022 e collegate alla Direttiva UE 2016/2102) impongono che tutti i siti delle PA, incluse le strutture sanitarie pubbliche e accreditate, siano:
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Accessibili (secondo i criteri WCAG 2.1);
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Accompagnati da una Dichiarazione di accessibilità aggiornata annualmente;
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Oggetto di un monitoraggio periodico sull’effettiva fruibilità da parte di tutti, incluse persone con disabilità visive, motorie, cognitive.
Anche se non direttamente collegata alla Legge Gelli-Bianco, l’accessibilità si inserisce perfettamente nella sua filosofia: una sanità sicura è anche una sanità comprensibile e accessibile.
🇪🇺 European Accessibility Act: dal 2025 obblighi anche per il privato
Se finora l’obbligo di accessibilità digitale ha riguardato soprattutto la Pubblica Amministrazione, con il 28 giugno 2025 anche molte strutture sanitarie private e imprese dovranno adeguarsi. È questa la data in cui entra pienamente in vigore il European Accessibility Act (Direttiva UE 2019/882).
Cosa prevede?
L’Atto europeo sull’accessibilità impone che i prodotti e i servizi digitali di ampia diffusione – tra cui siti web, app, terminali di pagamento, e-commerce, e-book, banche, trasporti e servizi sanitari digitali – siano progettati e sviluppati per essere accessibili a tutti, incluse le persone con disabilità.
Cosa cambia per le strutture sanitarie?
• L’obbligo di accessibilità non sarà più limitato al settore pubblico;
• Anche le cliniche private, i poliambulatori, gli studi medici associati dovranno garantire che i propri siti e strumenti digitali siano fruibili senza barriere;
• Chi non si adegua rischia sanzioni e l’esclusione da gare, convenzioni o accreditamenti.
Perché è rilevante?
L’EAA rafforza lo spirito della Legge Gelli-Bianco: una comunicazione chiara e accessibile è parte integrante della sicurezza delle cure, perché un’informazione che non arriva al paziente è un rischio latente.
Dall’obbligo all’opportunità: comunicare valore nella sanità
Adempiere alla Gelli-Bianco e alle norme sull’accessibilità non è solo una questione di legge. È anche un’opportunità per:
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Migliorare la reputazione della struttura;
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Dimostrare cura e responsabilità verso ogni paziente;
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Offrire un’esperienza digitale coerente con i valori di etica, sicurezza e qualità;
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Rendere la struttura più competitiva e distinta in un mercato sempre più sensibile alla trasparenza.
Come possiamo aiutarti: il ruolo di un’agenzia di comunicazione
Un sito web sanitario, oggi, non può essere una semplice vetrina. Deve diventare uno strumento di:
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Prevenzione del rischio comunicativo;
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Educazione sanitaria;
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Relazione con il paziente;
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Compliance normativa.
Livingston lavora a fianco di strutture sanitarie, studi medici, ambulatori e cliniche per:
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Creare contenuti chiari e verificati;
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Progettare siti web accessibili e conformi;
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Strutturare blog, newsletter, social e materiali informativi in linea con la normativa;
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Posizionare il brand sanitario come autorevole e affidabile.
La Legge Gelli-Bianco segna un cambio di passo nella sanità italiana, ma anche nella comunicazione tra strutture e cittadini. Non basta più “avere un sito”: serve parlare con responsabilità, chiarezza e trasparenza.
Perché nella sanità, come nella comunicazione, la cura inizia dalle parole.
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