Tutti, prima che un prodotto o un servizio cerchiamo un’emozione.
I brand stanno diventando depositari di valori, percezioni ed emozioni che possono parlare al cuore dei clienti, prima ancora che alla loro testa.
La soddisfazione del cliente dipende da 2 fattori:
- Una identità di marca unica e distintiva
- Una connessione emotiva tra brand e cliente
Marc Gobé, in Brand Jam, parla di brand emozionali ed elenca, in 10 punti le loro caratteristiche:
- Da consumatori a persone: i consumatori comprano, le persone vivono
- Da prodotto a esperienza: i prodotti appagano i bisogni, le esperienze appagano i desideri
- Da onestà a fiducia: l’onestà è attesa. La fiducia è coinvolgente e intima, ma ha bisogno di essere conquistata.
- Da qualità a preferenza: il rapporto qualità-prezzo è oggi un fatto acquisito. La preferenza crea nuovi acquisiti.
- Da notorietà ad aspirazione: essere conosciuti non vuol dire che si è anche amati.
- Da identità a personalità: identità vuol dire riconoscimento. Personalità vuol dire carattere e carisma.
- Da funzione a sentimento: la funzionalità di un prodotto riguarda solo le qualità pratiche e superficiali. Il design emozionale si occupa delle esperienze.
- Da ubiquità a presenza: l’ubiquità è vista. L’emozionalità è avvertita come presenza.
- Da comunicazione a dialogo: comunicazione vuol dire narrazione. Dialogo vuol dire interazione.
- Da servizio a relazione: servizio vuol dire vendita, relazione vuol dire riconoscimento.
In sintesi, un brand emozionale è capace di dismettere i panni di azienda per indossare quelli di persona.
La comunicazione del brand emozionale
Le imprese, perciò, dovrebbero entrare in un dialogo che parli al cuore degli individui, con una comunicazione meno autoreferenziale e più calda, meno a senso unico, dall’alto verso il basso e, finalmente bidirezionale.
Un cambio di paradigma, un salto che può disorientare, ma che nasconde un’occasione fondamentale per le aziende non più di parlare alle persone, ma con le persone, condividendo con loro contenuti non più solo belli, ma soprattutto utili. Un’opportunità unica di creare e sviluppare relazioni, di svestirsi dei panni un po’ rigidi e istituzionali che i brand hanno vestito fino ad oggi, per mettere quelli delle persone reali.
La formula di Sharewood: il potere dei contenuti di valore
Cosa devono fare concretamente i brand per rispondere e affrontare il nuovo scenario del mercato?
Robin Good, nel suo libro “Da Brand a Friend” descrive una strategia in cinque passi, necessari per costruire oggi un business online che abbia le fondamenta per essere realmente utile, apprezzato e, di conseguenza, profittevole.
Il metodo, noto come “La Formula di Sharewood”, offre spunti teorici e accorgimenti pratici per capire l’efficacia di:
- posizionarsi al meglio sul web, differenziandosi sul mercato rispetto ai competitor;
- condividere contenuti utili e sulla capacità di coltivare una comunità di fan appassionati.
Gli step strategici della Formula possono essere adottati da qualsiasi azienda che desideri gettare le basi per iniziare, far crescere ed espandere nuove opportunità di business sul web.
I punti fondamentali della Formula sono cinque e puntano a:
- Individuare la tua nicchia di mercato online;
- Costruire la tua credibilità condividendo contenuti di valore;
- Coltivare un seguito di fan appassionati;
- Ascoltare e scoprire le necessità specifiche dei tuoi fan;
- Creare prodotti e servizi su misura.
Le strategie e le tattiche suggerite dalla Formula di Sharewood sono totalmente differenti da quelle utilizzate nel marketing tradizionale che, invece:
- Urla
- Bombarda
- Interrompe senza chiedere permesso
- Decanta l’unicità e le glorie dei prodotti che promuove
- Parla, parla, parla, ma non ascolta
- Ha come priorità i profitti, non i clienti.
Tu sei Robin Good, nipote immaginario di Robin Hood, quello che rubava ai ricchi per dare ai poveri. Ma a differenza di tuo zio, che veniva dalla foresta di Sherwood, tu vieni dalla foresta di Sharewood, la foresta della “condivisione”.
Robin Good*
*Robin Good è un editore online, che ha deciso di sfruttare le proprie competenze professionali ed i propri interessi per lanciarsi in una carriera nell’editoria indipendente su Internet. Robin, il cui nome vero è Luigi Canali De Rossi, è infatti uno dei primi editori online italiani ad aver raggiunto la totale indipendenza economica solo scrivendo e condividendo online ciò che lo appassiona.
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