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Storytelling a fumetti

Storytelling a fumetti

Storytelling a fumetti con Paperino

Come definire l’essenza del nostro lavoro?

La frase che più probabilmente si avvicina è: creare emozioni con immagini, testi, musica.

Troppo ambizioso? Forse.

Oggi questo approccio innovativo alla comunicazione esiste davvero e se ne parla molto, da alcuni anni. È lo Storytelling.

Che non è difficile definire. Più difficile è spiegare come si mette in atto e come lo si esprime nella comunicazione.

Ecco appunto, una possibile definizione di storytelling:

“Il termine storytelling è formato da due parole inglesi: story e telling. Letteralmente, il termine può esser tradotto in italiano con le espressioni raccontare una storia, comunicazione narrativa o anche comunicazione creativa.

Nella sostanza, lo storytelling è una tecnica di comunicazione che consiste nel raccontare una storia per attirare l’attenzione di uno specifico pubblico, veicolare verso quel pubblico il messaggio che la storia vuole trasferire e stimolare un determinato desiderio nei lettori o spettatori, persuadendoli a compiere una precisa azione. In poche parole: si tratta di persuadere raccontando una storia.”

definizione tratta da: http://www.comunicaresulweb.com/web-writing/storytelling-storyteller/

Un esempio, che mi è capitato in questi giorni, può chiarire come usare la narrazione in ambito aziendale.

Su una delle tante pagine che seguo, mi è capitato sott’occhio questo post.

La pagina si chiama “Ventenni che piangono leggendo la saga di Paperon de’ Paperoni”.

Ecco il post:

“Questo #LunedìFeels è libero. Nel post precedente ho condiviso un mio minuscolo pensiero legato al fumetto Disney: adesso, invece, mi piacerebbe sentire le vostre storie. Per quanto piccole, per quanto apparentemente insignificanti. Qualsiasi ricordo bello, dolce, toccante vi leghi a questo universo fantastico. Sono sicuro che siamo tutti curiosi di leggere cosa abbiamo da raccontarci l’un l’altro”.

Ed ecco alcune storie:

“Quando ero piccola mio padre mi comprava Topolino tutte le settimane, appena usciva. Il numero che aspettavo con più ansia era quello natalizio, perché adoravo il Natale. Una volta che ce l’avevo in mano, leggevo tutto tranne la storia principale, quella che di solito trasudava spirito natalizio a mille, facendo sforzi titanici per resistere alla tentazione di dare almeno una sbirciatina. Poi, la mattina del 25 dicembre, mentre facevo colazione davanti al caminetto acceso, mi concedevo finalmente il gusto di leggermela con calma: ed era sempre bellissima <3. Per me Topolino è questo, sono le storie di zio Paperone che trascina i nipoti nelle avventure più pazze del mondo, e una serie meravigliosa dei primi anni ’90, Nonna Papera e i racconti attorno al fuoco: ogni storia di quella serie mi ha fatta innamorare di più di Topolino. <3”

“Nessuna lunga storia: mio padre che non c’è più, da piccolo mi comprava “Topolino” ed ogni volta che vedo qualcosa legato a questo mondo in qualche modo ripenso a lui. Basta questo.”

“Il maestro a scuola chiese se sapessimo quali erano le 7 meraviglie del mondo: io gliele elencai. “Bravissimo! Dove le hai imparate?” “Su TOPOLINO!” 🙂

“La febbre da bambino, le giornate lunghissime scandite da un tempo ovattato, il citofono nel pomeriggio, la corsa fino alla porta e papà con un nuovo numero di Topolino.”

“Mio padre e mio nonno che mi portano la stessa copia, perché entrambi avevano chiesto all’altro di prenderla ed entrambi avevano pensato che l’altro si sarebbe dimenticato :-)”

Ed eccola la mia piccola, storia. Che ho scritto anche io nei commenti del post.

“Le vacanze al mare, la spiaggia, l’edicola del paese, l’estate. Topolino, che andavo a comprare coi nonni, per leggerlo sotto l’ombrellone con tanta, indimenticabile, spensieratezza. Ci sono poche cose in grado di evocare ricordi dolci e piacevolmente malinconici come i fumetti Disney. Oggi, ovviamente, compro Topolino ai miei bimbi. E lo leggo con loro, anche la mattina prima di portarli a scuola.”

Ecco. Chiudete gli occhi. E immaginate di dover convincere qualcuno a comprare un libro o un giornale a fumetti.

Saranno in tanti a resistere all’impatto emotivo di una di queste piccole grandi storie?

I fumetti sono essi stesse storie, direte giustamente, e quindi è tutto più facile.

Il principio, però, è lo stesso. A qualsiasi materia lo si applichi.

Immaginate di applicare la stessa analogia tra prodotto e ricordi a tutt’altro settore merceologico.

Ad un gelato, ad un’automobile, ad un divano, ad un piatto di pasta, ad una meta turistica. Quali storie vi vengono in mente, della vostra vita, o frutto della vostra fantasia, legate a questi oggetti?

Immaginate di raccontare l’emozione dei primi giorni passati a girare in auto da soli, da neopatentati, invece di parlare della potenza del motore del nuovo modello di auto.
Ripensate a quel cono alla fragola, preso con quella persona, quel giorno, in quel luogo.

Iniziate a capire, adesso, la potenza delle storie?

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